Nel 2023 il Molise ospiterà un evento imperdibile, la prima edizione del Carnevale Europeo delle Maschere Zoomorfe che si terrà da giovedì 23 a domenica 26 febbraio a Isernia.
Di cosa si tratta e perché questo carnevale va assolutamente visto? Questa manifestazione nasce con l’intento di valorizzare le tradizioni etniche del carnevale e vedrà il suo apice in un corteo con più di duecento figuranti, metà uomini e metà animali, che con il volto nascosto da maschere primitive e il corpo ricoperto da pelli di pecora, corna e ossa sfileranno evocando danze, corteggiamenti e combattimenti.
Durante la rappresentazione dei riti carnevaleschi si potranno ammirare travestimenti dall’aspetto temibile, mostruoso, spaventoso, figure inquietanti che albergano gli incubi e le notti buie delle favole del passato quando, per allontanare malocchio, sfortuna, spiriti maligni, sorte avversa, si usavano proprio tali maschere come elemento scaramantico. Insomma, si tentava di esorcizzare la paura dei demoni e della malasorte spaventando gli uni e ingannando l’altra.
Antichi riti che risalgono alla notte dei tempi e che sono stati tramandati da molte generazioni fino ai giorni nostri, seppur con qualche modifica, e per la prima volta sarà possibile osservare insieme questo incredibile patrimonio etnico: oltre a maschere molisane come il Cervo di Castelnuovo e il Diavolo di Tufara e gli Arestes della Sardegna, saranno infatti presenti molte maschere provenienti da diverse nazioni europee come i Momotxorros e le altre maschere del carnevale di Alsasua (Spagna), gli Halubajski Zvončari e le maschere di Gljev dalla Croazia, i Kurent dalla Slovenia, i cui cortei dal 2017 sono iscritti nella lista del patrimonio immateriale culturale dell’UNESCO.
Un evento certamente spettacolare, ma anche, e soprattutto, culturale.
Le maschere zoomorfe rappresentavano una sorta di barriera difensiva per le persone, per le loro abitazioni, e alcune di esse rivestivano già un ruolo di grande importanza nella cultura, religiosa, sociale e teatrale, della Magna Grecia.
L’idea di spaventare la morte o la sfortuna con maschere del genere è comune a numerose società antiche, segno che ovunque, in qualsivoglia luogo, l’uomo abbia saputo esprimere sé stesso in modi simili nonostante la lontananza fisica e l’assenza di contatti.
Insomma, ogni luogo si trasforma, il passato rivive per qualche giorno attraverso la rappresentazione di antichi riti pagani e le tradizioni sono salve dall’inclemente incedere del tempo.
È giunto quindi il momento per farsi… spaventare!
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